Blog della sezione di Massa Carrara del Partito Comunista dei Lavoratori

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lunedì 27 giugno 2011

CAVE ED UNESCO

Com. stampa a Il Tirreno

E' quasi con un senso di intima soddisfazione liberatoria che ho letto, nel Tirreno di oggi, che l'UNESCO ha respinto la richiesta del Comune di Carrara a candidare le nostre cave a " Patrimonio dell'umanità". Mi spiego meglio, onde evitare impropri furori campanilistici: sicuramente lo spettacolo delle nostre cave sarebbe degno di figurare tra quelli che giustamente hanno conseguito tale riconoscimento. Tuttavia le motivazioni addotte dall' UNESCO sono ineccepibili, e fanno giustizia delle interessate argomentazioni di quanti (concessionari di cava in primis) hanno accusato di sabotaggio all'occupazione, scarso senso pratico ed eccesso di idealismo, quanti si sono opposti allo scempio delle nostre Alpi ed al saccheggio insensato delle nostre risorse. Il preciso riferimento dell'UNESCO alla mancanza di garanzie per la tutela del territorio, ed alla presenza di controversie tra le parti sociali, parla chiaro: in buona sostanza, un sito "patrimonio dell'umanità" deve avere garanzie di rimanere tale, e questo principio mal si concilia con gli appetiti voraci dei nostri "appaltatori", la cui arroganza è ben stata documentata dalla puntata di Report dedicata alle nostre cave. Mi vengono in mente, inoltre, le parole di un alto esponente dell'Associazione degli industriali carraresi di una decina di anni fa che, pur donna di lettere ed arte, in una previsione di stampo neo-positivista, quasi sembrava auspicare lo "spianamento delle Apuane" quale testimonianza delle potenzialità del lavoro umano.
Quello che noi chiediamo, in estrema sintesi, ad un Comune che si proclama democratico, è semplice:
1) blocco immediato di tutte le concessioni , e controllo oculato da parte dello stesso e della cittadinanza di nuove concessioni da mettere al bando.
2) la materia che ha dato vita alle immortali opere di Michelangelo e di artisti ed architetti di tutto il mondo, non deve e non può diventare ingrediente per concimi o prodotti di bellezza, e pertanto il prezzo del marmo non può essere stabilito dai "concessionari" o dal "mercato", ma solo dai cittadini di Carrara.
3) le ormai poche centinaia di cavatori e lavoratori dell'indotto, potranno essere facilmente mantenute in impieghi pertinenti, attraverso l'adeguamento della tassa marmi, oggi ridicolmente bassa (nemmeno 15.000.000 di € annui in totale), in omaggio agli interessi dei soliti noti.
Le ricadute di questi semplici provvedimenti, sul piano economico come su quello ambientale, non potranno che essere positive, ed allora sì che si potrà parlare delle nostre cave come "Patrimonio dell' Umanità".
Paolo Vannucci
Coord. Prov. Del Partito Comunista dei Lavoratori

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