Blog della sezione di Massa Carrara del Partito Comunista dei Lavoratori

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martedì 26 agosto 2014

TOGLIATTI

24 agosto 2014

Come militante del Partito Comunista dei Lavoratori pubblico anche su questo blog la risposta che ho inviato alla redazione di ReportPistoia, e postata anche su facebook, a commento della nota del compagno Carlo Papi in occasione del 50° anniversario della morte di Palmiro Togliatti.
http://www.reportpistoia.com/agora/item/10310-per-non-dimenticare-50-anni-fa-moriva-togliatti-il-padre-del-comunismo-italiano.html

Sul quotidiano online ReportPistoia di oggi 24 agosto leggo un articolo di Carlo Papi - Coordinatore dei Circoli della Piana del Prc-Federazione della Sinistra in memoria di Togliatti in occasione del 50° anniversario della morte.
Vorrei fare alcune brevi osservazioni su quanto scrive il Papi e, più in generale, circa la figura di questo discusso personaggio legato allo stalinismo e ai suoi crimini.
Il compagno Papi vorrebbe parlarne in chiave “non apologetica”, ma non ci riesce. Nel suo ricordo, fra i “meriti e i demeriti”, fra quelle “luci ed ombre” che coglie nella personalità di Togliatti, mi sembra che prevalgano nettamente i “meriti” e le “luci”. Le moltissime lugubri “ombre” non sono praticamente considerate. In particolare in relazione al periodo che arriva all’immediato secondo dopoguerra.
Cerco di sintetizzare la mia critica evocando alcune situazioni che mi sembrano significative.
Per prima cosa, i Padri del Comunismo italiano sono stati Gramsci e Bordiga. Alla nascita del PCdI a Livorno nel 1921, Togliatti non era presente perchè non era un delegato e non fu nemmeno invitato.
Gramsci, poco prima di essere arrestato dai fascisti nell’ottobre 1926, ruppe ogni relazione con Togliatti, a seguito di quella famosa lettera che Gramsci stesso – anche a nome dell’ Ufficio Politico del PCdI – indirizzò al CC del PCUS e che, affidata a Togliatti, non fu mai consegnata.
Togliatti, divenuto successivamente Capo del PCdI, si adagiò completamente sulla schizofrenia politica di Stalin, dal “socialfascismo” ai “fronti popolari”, rinnegando e ribaltando nel suo contrario, le “Tesi di Lione” redatte da Gramsci e approvate dal III Congresso nel gennaio del 1926.
Voglio sottolineare come, a partire da quegli anni, Togliatti condivise, appoggiò e partecipò, quale suo fedelissimo, alla repressione politica e fisica che Stalin operò nei confronti  dei suoi oppositori, compreso i principali artefici e protagonisti della Rivoluzione d’Ottobre, Trotsky in testa. Non solo in Unione Sovietica, ma anche all'estero.
Per quanto riguarda i comunisti italiani, Togliatti fu certamente coinvolto nelle responsabilità per l'assassinio di Pietro Tresso – uno dei fondatori del PCdI a Livorno – avvenuto per opera di sicari stalinisti durante la Resistenza Francese nel 1943 (Come riporta la storiografia comunista non legata allo stalinismo).
La repressione di Togliatti verso gli oppositori di sinistra dello stalinismo, verso i marxisti rivoluzionari, si manifestò poi palesemente e tragicamente durante la Guerra di Spagna.

L’appello che Togliatti lanciò nel 1936, il famoso  “MANIFESTO PER LA SALVEZZA DELL'ITALIA E LA RICONCILIAZIONE DEL POPOLO ITALIANO” (con l’appello alle “camice nere” e ai “fascisti della vecchia guardia e ai giovani fascisti” e “per la realizzazione del programma fascista del 1919”), ci dimostra chiaramente come la sua sia stata una concezione del Comunismo in totale antitesi al pensiero e all’azione propugnati dai grandi rivoluzionari, a partire da Marx fino ai vari Lenin, Trotsky e Luxembourg.
Dopo la indecente “Svolta di Salerno”, finalizzata alla ricerca di una collaborazione fra tutte le forze antifasciste e monarchiche, sempre in ossequio alle direttive strategiche di Stalin, Togliatti mostrò tutto il suo squallore politico e morale quando,  come Ministro di Grazie e Giustizia nel 1946 (in un Governo del Re !!!!!!) inviò una Circolare che vale la pena riportare (quasi) integralmente:

AI PRIMI PRESIDENTI ED AI PROCURATORI GENERALI DELLE CORTI DI APPELLO
Non sarà sfuggito all’attenzione delle Signorie Loro Illustrissime che, specie in questi ultimi tempi, si sono verificate in molte province del Regno manifestazioni di protesta da parte di reduci e di disoccupati, culminate in gravissimi episodi di devastazione e di saccheggio a danno di Uffici pubblici e di depositi alimentari, nonché di violenze contro pubblici funzionari.(...)
Il Ministero dell’Interno ha testé reso noto di aver impartito severe istruzioni ai Prefetti affinché disordini del genere siano energicamente repressi dalle forze di polizia, (...).Questo Ministero, pienamente convinto dell’assoluta necessità che una energica azione intrapresa dalla polizia per il mantenimento dell’ordine pubblico debba essere validamente affiancata ed appoggiata dall'autorità giudiziaria, si rivolge alle signorie Loro invitandole a voler impartire ai dipendenti uffici le opportune direttive affinché contro le persone denunciate si proceda con la massima sollecitudine e con estremo rigore. Le istruttorie ed i relativi giudizi dovranno essere esplicati con assoluta urgenza, onde assicurare una pronta ed esemplare repressione; (...).
Si raccomanda infine di procedere, in tutti i casi in cui la legge lo consenta, con istruzione sommaria o a giudizio per direttissima e di trasmettere gli atti all'autorità giudiziaria militare qualora ricorrano le condizioni previste nell’articolo 5 del Decreto legge 10 maggio 1944, n° 234.Si resta in attesa di urgente assicurazione.

Nel solco di quella vigliacca linea riformista e opportunista, rientrano il disarmo dei partigiani e l’ampia amnistia per i fascisti.
Cosicchè, l’Italia uscita dalla Resistenza, si trovò con tutto l’apparato burocratico dello Stato, ad ogni livello e in ogni settore, praticamente inalterato rispetto al precedente ventennio fascista. In perfetta continuità e in rappresentanza degli interessi di fondo del Capitalismo italiano. Ma anche di quelli della Chiesa. Lo scandaloso mantenimento dei Patti Lateranensi, addirittura riconosciuti nell’articolo 7 della Costituzione, ne è la conferma più evidente.
Per cui, quella Costituzione “nata dalla Resistenza”, come affermano anche il Papi e tutta la apologetica storiografia ufficiale della  sinistra, in realtà è frutto del compromesso politico fra Togliatti e De Gasperi. Un compromesso intorno al quale sono cresciute generazioni di compagni con una visione deformata, monca  e artefatta del comunismo, private in larga maggioranza di una formazione politica marxista e rivoluzionaria.
I risultati li vediamo nella attuale disastrosa situazione politica della sinistra, prodotto di quelle contraddizioni di fondo.

Concludendo, non vedo come il Togliatti possa essere ancora degno di tanta stima.
Sicuramente non può esserlo da parte di coloro che, ostinatamente e contro corrente ma in piena autonomia, vedono nel marxismo rivoluzionario l’unica strada per la costruzione di una nuova società socialista nella prospettiva  comunista.

Mario Capecchi (PCL Pistoia).

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