Blog della sezione di Massa Carrara del Partito Comunista dei Lavoratori

Per informazioni e/o contatti scrivere a: pclms@tiscali.it

mercoledì 19 novembre 2014

Sui fatti di Tor Sapienza a Roma

Per un fronte unico di difesa! Cacciamo i fascisti! Fermiamo i pogrom!

16 Novembre 2014
Immig
In questi giorni a Tor Sapienza, in piena periferia romana, è in atto una serie di manifestazioni 
e attacchi nei confronti degli immigrati del quartiere, molti dei quali minorenni, stanziati in 
un cosiddetto "centro di accoglienza": una vera e propria mobilitazione reazionaria promossa 
e spalleggiata da un arco di forze politiche di destra che va da Fratelli d’Italia e Lega Nord 
fino ad organizzazioni apertamente fasciste come Casa Pound e Forza Nuova, il cui dispiegamento 
militante è valso a fomentare e a esasperare una situazione già di per sé tesa e dai contenuti 
affatto regressivi e violenti.
La protesta anti-immigrati (subito estesa, va da sé, a transessuali e nomadi) ha come base sociale 
quella di settori sottoproletari e proletari di un quartiere periferico di Roma, e giunge a scatenarsi 
nell'acme di una crisi economica che mina profondamente le condizioni di vita di queste 
classi sociali e getta centinaia di migliaia di proletari metropolitani, a Roma e altrove, nell'arena 
sempre più affollata della guerra fra poveri e della disperata lotta per la sopravvivenza, che è 
poi lo scenario naturale della dissoluzione e della distruzione sociale capitalistica.

Su un tessuto sociale già ampiamente minato, quindi, la classica "uscita a destra" non può 
che erompere con ancor più naturalezza e virulenza, anche (e proprio) assenza di fattori di 
opposizione, sia materiali che di coscienza. Fattori di opposizione che sono causa e parte 
attiva dell'assenza di un’alternativa del movimento operaio, in tutte le sue forme, in primis 
a causa dei tradimenti e dell’attendismo delle sue principali organizzazioni politiche e 
sindacali, ieri come oggi, che si riscontrano una volta di più in questo episodio (il coinvolgimento 
delle sinistre nelle giunte comunali e municipali liberali, da vent'anni a questa parte, rientra 
nel discorso). È solo una logica conseguenza, quindi, il fatto che questi settori diventino soggetto 
inerte e passivo, e quindi preda di facili demagogie reazionarie e di organizzazioni xenofobe, 
individuando nel proprio nemico non il capitale, ma il proletario immigrato.

Gli attacchi nei confronti degli immigrati non devono essere tollerati. A Tor Sapienza è evidente 
a tutti il precedente pericoloso costituito dalla "vittoria" della canea reazionaria organizzata che 
riesce a "cacciare gli immigrati" con cortei e molotov. Così come è estremamente allarmante 
l'altro precedente: il saldarsi in maniera organica ed effettiva della popolazione del 
quartiere e della piccola criminalità locale con le organizzazioni fasciste.

Bisogna passare all'azione! I pogrom devono essere fermati! Facciamo appello a tutte le sinistre 
politiche, sindacali e di movimento (in primis le organizzazioni sindacali che organizzano 
anche i lavoratori immigrati) ad un fronte unico contro questa mobilitazione. È necessario 
organizzare da subito la difesa (e l'autodifesa) degli immigrati e di tutti i soggetti coinvolti 
dagli attacchi e dalle aggressioni razziste. È la violenza che impone di agire su questo piano. 
Non ci sono altri modi per arginare la mobilitazione, fermare la deriva reazionaria e porre 
le basi per l’unità della classe operaia, al di là di ogni colore o provenienza.
Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

mercoledì 5 novembre 2014

SVEGLIA, COMUNISTI!!!!

3 novembre 2014

Vorrei invitare ad una riflessione generale, che da parte mia ritengo molto 
opportuna e importante, tutti quei compagni e quelle compagne che commentano 
sui vari social network, anche giustamente in maniera estremamente critica, 
i fatti politici e la cronaca che purtroppo vedono i lavoratori soccombere, anche 
in senso fisico, alla violenza del potere isituzionale borghese.


Ma insomma, per favore, care/i compagne/i.
Quando cominceremo finalmente tutti a "leggere" le cose, i fatti reali, con gli 
"occhi" dei comunisti, dei marxisti rivoluzionari e non con quelli, deformati 
e interessati, degli opportunisti, dei media e della stampa borghese.
È in atto da anni una teorizzata e praticata vera e propria lotta di classe 
da parte della borghesia capitalista e finanziaria contro la classe nemica da 
lei stessa storicamente prodotta: cioè il proletariato (nel senso della classe 
operaia, in senso lato).
Il tragico dramma è che si tratta di una lotta unilaterale. Nel senso che 
agli attacchi concreti, durissimi e senza limite della "borghesia" – condotti 
con l'appoggio della forza e della brutalità della repressione poliziesca e 
giudiziaria delle istituzioni borghesi – non corrisponde un'adeguata risposta 
di classe da parte del "proletariato".
Il Sindacato (inteso soprattutto come espressione dei suoi Gruppi Dirigenti) 
– in tutte le sue innumerevoli rappresentazioni– non è più in grado, per limiti 
soggettivi, tattici e strategici propri, di costituire un credibile antagonismo, 
fosse pure non di classe, allo strapotere del potere istituzionale borghese. 
D'altronde da molto tempo ormai questo Sindacato ha surrogato anche il ruolo 
di antagonista che i partiti della sinistra, compresi quelli della cosiddetta 
sinistra radicale – in termini di classe –, avrebbero dovuto svolgere.

"Che fare?" Occorre ricostruire, riappropriarsi, di una coscienza di classe. 
E con questa, e con la consapevolezza e la determinatezza che da essa 
ne deriva, ricominciare a lottare in ogni ambito della vita sociale. 
Dalla più banale alla più complessa.
Più semplicemente: nel vivere comune, nel semplice rapportarsi con gli altri, 
nell'analisi dei fatti, occorre ragionare in termini di classe. In qualunque 
circostanza, anche quelle che possono apparire banali e meno signiificative 
(sport, svaghi, ecc. ecc.).
Una coscienza di classe che non può prescindere da una formazione culturale 
marxista. Da troppo tempo, una caratteristica di tanti pseudo-comunisti è che 
non hanno mai letto una riga di Marx, di Engels, di Lenin, di Trotsky, ecc. ecc., 
o lo hanno fatto in maniera estremamente superficiale. Del marxismo conoscono 
semmai gli aspetti più confacenti ad una lettura borghese, come mirabilmente 
denuncia Lenin nell'incipit del suo illuminante "Stato e Rivoluzione".

Ma questa coscienza di classe, arricchita e consolidata con questa 
cultura marxista, questa consapevolezza, e dunque, questa volontà di lottare 
e vincere contro il nemico di classe, non può che cementificarsi all'interno di 
un Partito Comunista che abbia come unico obiettivo strategico non il 
"superamento", in chiave riformista, ma l'"abbattimento", in chiave 
rivoluzionaria, del sistema capitalistico. Senza compromessi tattici con il potere 
borghese, come da troppo tempo ormai, anche la sinistra cosiddetta 
radicale, in tutte le sue articolazioni anche movimentistiche, di fatto, sta 
facendo in maniera più o meno subdola.

E qui subentra il ruolo di un Partito anticapitalista, non interclassista, ma 
dichiaratamente e fattivamente di classe: cioè di un Partito Comunista marxista e 
rivoluzionario.
Il Partito Comunista dei Lavoratori – l'unico che non si è mai compromesso 
con il potere politico/istituzionale borghese, né a livello periferico né tanto meno 
a livello centrale – si propone come punto di riferimento per tutti coloro che 
lottano per abbattere il potere dittatoriale della borghesia capitalistica e finanziaria 
e instaurare un nuovo potere di classe, su basi socialiste, in una prospettiva comunista.

Rafforzare con ogni mezzo e in qualunque circostanza la proposta politica e l'attività 
sul campo del PCL è il compito che ogni sincero comunista e ogni sincero 
rivoluzionario deve sentire prioritario e imprescindibile.


Mario Capecchi - PCL Pistoia

PER UNA LOTTA GENERALE CHE VADA SINO IN FONDO.

4 Novembre 2014
lotta
Il capo del governo ha gettato la maschera.

Da un lato regala al padronato tutto ciò che chiedeva: massima precarizzazione del lavoro, 
libertà di licenziamento senza giusta causa, ulteriore riduzione di tasse e contributi a carico 
di sanità e servizi, libertà di saccheggio del territorio , blocco dei contratti pubblici. 
Dall'altro esibisce irrisione e disprezzo per le manifestazioni dei lavoratori e i sindacati, 
celebra il proprio successo con la corte dei propri amici capitalisti , riserva le botte agli 
operai di Terni. Nel mentre persegue una riforma elettorale e istituzionale con cui 
concentrare nelle proprie mani tutte le leve del potere.

Siamo in presenza di un corso reazionario. Un bullo tracotante e demagogo mette le 
proprie ambizioni al servizio della borghesia italiana, fingendosi amico del popolo. 
Va fermato. E per tempo.

Le aperture che le sinistre politiche e sindacali hanno riservato a Renzi nei primi sei 
mesi si sono rivelate un inganno per i lavoratori e un boomerang per chi le ha prodotte.
Aver presentato Renzi come “la nuova speranza della sinistra”- come ha fatto SEL meno 
di un anno fa per cercare un reimbarco nel centrosinistra- è stato penoso e suicida.
Aver avallato la truffa degli 80 euro, aver suggerito la truffa parallela sul TFR, aver avallato 
l'illusione del “governo del cambiamento” sino ad offrirgli la propria collaborazione ( come 
ha fatto purtroppo per sei mesi Landini), hanno avuto un solo effetto: abbellire l'immagine 
del governo agli occhi delle sue vittime e coprire il suo vero volto con la propria popolarità. 
Non solo senza ottenere nulla, ma finendo derisi e aggrediti da un governo reazionario.

Ora che il governo ha squarciato il velo delle finzioni con la propria arroganza è 
necessaria una opposizione radicale. Che unisca tutte le sinistre politiche e sindacali. 
Che non si fermi a metà strada. Che sappia andare davvero sino in fondo. A partire 
dalla rottura col PD ad ogni livello, nazionale e locale. 

Le manifestazioni di protesta che hanno percorso l'Italia dopo l'aggressione poliziesca di 
Roma hanno introdotto un cambio di passo. Questo cambio di passo va esteso, 
generalizzato, accelerato. 

Le misure del governo contro il lavoro devono essere cancellate e ritirate: non c'è nulla da 
negoziare su quel terreno. Non si tratta di fare sponda ai D'Alema e Bersani- già sostenitori 
di Monti- con un compromesso parlamentare che salvi loro la faccia. Si tratta di salvare ed 
estendere i diritti dei lavoratori. Che da 20 anni tutti i governi calpestano, inclusi quelli di 
centrosinistra ( più volte con voti o ministri della sinistra cosiddetta “radicale”) 

Si convochi allo scopo uno sciopero generale vero: che metta in campo la forza di 
milioni di salariati privati e pubblici, e fermi davvero il paese.

Si definisca una piattaforma generale unificante delle ragioni dei lavoratori, precari, 
disoccupati: a partire dal blocco dei licenziamenti, dalla ripartizione del lavoro con la 
riduzione generale dell'orario a parità di paga, dalla cancellazione di tutte le leggi di 
precarizzazione del lavoro, da un grande piano di nuovo lavoro per territorio, ambiente, 
istruzione, pagato dai profitti e dalle grandi ricchezze.

Su questa piattaforma si dia continuità alla lotta generale .

Si congiunga la mobilitazione prolungata con l'occupazione generale delle fabbriche 
ed aziende che licenziano: coordinando nazionalmente le occupazioni e istituendo 
una cassa nazionale di resistenza.

Renzi ha aperto la guerra contro i lavoratori? Il movimento operaio dichiari guerra al 
governo. E' l'unica guerra che Renzi teme davvero. L'unica che può unificare attorno ai 
lavoratori le ragioni di tutti gli sfruttati. L'unica che può strappare un risultato. L'unica 
che può unificare i lavoratori stessi, liberandoli dalle sirene del populismo reazionario di 
Grillo o Salvini, che hanno alimentato la guerra fra poveri nella miseria sociale e 
nell'arretramento delle lotte. 

E' necessario costruire nelle lotte una direzione politica e sindacale nuova del movimento 
operaio che sia all'altezza di questo livello di scontro. Una direzione si batta per la sola 
alternativa possibile: un governo dei lavoratori e delle lavoratrici. La sola prospettiva 
che possa dare lavoro e segnare l'uscita dalla crisi. La sola che possa liberare la società 
dal capitalismo e da tutti gli avventurieri che si mettono al suo servizio, siano essi di governo 
o di “opposizione”.

Il PCL è ovunque impegnato per sviluppare la coscienza di questa necessità. 
E dunque per costruire il partito rivoluzionario. L'unico partito di cui i lavoratori e gli sfruttati 
hanno bisogno.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

CONDIVIDI