Verso il quarto Congresso nazionale del PCL
2 Gennaio 2017
Tra il 5 e l'8 gennaio si terrà a Rimini il quarto Congresso nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori.
Il Congresso affronta tre ordini tematici: l'analisi della crisi
mondiale, la crisi del movimento operaio internazionale, le prospettive
della rifondazione della Quarta Internazionale; l'analisi della crisi
sociale e politica italiana, la linea di azione e proposta del PCL per
il rilancio dell'opposizione di classe e la costruzione del partito
rivoluzionario in Italia; i compiti di costruzione politico
organizzativa del PCL.
La crisi capitalistica internazionale ed europea, prolungata ed
irrisolta, scarica i propri effetti sulle condizioni materiali di vita e
di lavoro del proletariato. Al tempo stesso sospinge una polarizzazione
politica che scuote le forme tradizionali della politica borghese. La
vita politica americana ed europea è profondamente segnata da questa
dinamica. Il fenomeno Trump negli USA, la massa critica di populismo
reazionario che monta in Europa, misurano non solo la profondità della
crisi capitalista e la crisi di egemonia dei partiti dominanti
tradizionali, ma anche il ritardo storico del movimento operaio
nell'imporre la propria soluzione alternativa. Ciò che spinge una parte
del proletariato, settori sociali declassati, classi medie impoverite
dalla crisi, nelle braccia delle demagogie reazionarie.
Parallelamente, tutte le vecchie suggestioni riformiste, in tutte le
loro declinazioni (la “riforma democratica e sociale dell'Unione
Europea”, le illusioni sovraniste su un possibile capitalismo nazionale
riformato, le mitologie sui nazionalismi riformisti latinoamericani in
salsa chavista, lulista o kirchnerista) sono travolte una dopo l'altra
dalla dinamica della crisi mondiale, e dalla esperienza dei fatti. Il
volto del governo Tsipras quale governo di austerità e sacrifici, al
soldo della troika, è l'epitaffio crudele delle illusioni riformiste.
In Italia, la particolare profondità della crisi capitalista e della
crisi congiunta del movimento operaio (arretramento dei suoi livelli di
mobilitazione, di coscienza, di rappresentanza politica) hanno insieme
alimentato lo sfondamento del populismo reazionario tra gli stessi
salariati, sia esso di governo (renzismo) che di opposizione (lepenismo
salviniano e grillismo). Ma la borghesia fatica a trovare una forma
politica stabile del proprio dominio. Il progetto bonapartista del
renzismo ha subito una autentica disfatta il 4 dicembre, e con esso un
progetto di stabilizzazione reazionaria del sistema politico
istituzionale. Nel varco aperto dalla crisi del renzismo, va ora
rilanciata una opposizione sociale unitaria e di massa capace di imporre
al centro dello scontro un'agenda indipendente del movimento operaio.
Che riconduca le rivendicazioni immediate della classe all'unica
possibile soluzione progressiva della crisi sociale e politica, una
soluzione rivoluzionaria, anticapitalista, socialista: la prospettiva
della Repubblica dei lavoratori, basata sulla loro organizzazione e la
loro forza.
La costruzione del partito rivoluzionario risponde a questa
necessità: elevare la coscienza della classe, e innanzitutto della sua
avanguardia, all'altezza della necessità storica della rivoluzione
socialista. Da qui l'esigenza di un partito radicato nella classe, nelle
sue organizzazioni, nelle sue lotte. Un partito capace di lottare per
l'egemonia alternativa sulla classe, e al tempo stesso per l'egemonia
anticapitalista della classe lavoratrice sull'insieme delle masse
oppresse e sfruttate. Un partito capace di portare in ogni lotta
particolare il senso di una progetto rivoluzionario generale. Un partito
capace di recuperare la tradizione migliore del marxismo rivoluzionario
e di porla al servizio della nuova generazione. Un partito che va
costruito su scala mondiale e in ogni paese.
Questa è la cornice comune di riflessione e di indirizzo del quarto
Congresso nazionale del PCL. Dentro questa cornice comune, nello spirito
della democrazia rivoluzionaria, si confrontano anche elementi diversi
di impostazione: sulla relazione tra propaganda e agitazione
rivoluzionaria, sulle articolazioni della proposta di fronte unico di
classe, sul rapporto tra l'intervento centrale nella classe e la
battaglia politica a sinistra, sulla relazione tra battaglia di classe e
uso rivoluzionario delle tribune elettorali, su come tradurre le
necessità della politica rivoluzionaria sul terreno delle forme
organizzative di partito, entro la comune tradizione leninista. In
questo quadro si sono espresse tre diverse piattaforme congressuali. La
piattaforma A, espressa dalla larga maggioranza del CC uscente, su una
linea di continuità degli indirizzi generali del partito, seppur
aggiornati e articolati; la piattaforma B, espressa da una minoranza del
CC, su una linea di svolta politico-organizzativa; la piattaforma C,
espressa da un compagno del CC, su una linea di diversa analisi del
quadro internazionale con le relative implicazioni di indirizzo.
Il PCL non ha mai avuto paura della discussione e del confronto
interno, a differenza delle sette o dei partiti riformisti. Al
contrario, nella migliore tradizione del bolscevismo, vuole fare del
proprio congresso una scuola di formazione e di costruzione del partito.
I documenti politici congressuali delle diverse piattaforme vengono
dunque pubblicati e posti a conoscenza dell'avanguardia di classe, dei
movimenti sociali, dei militanti più avanzati della sinistra politica.
Conquistare le avanguardie politiche e sociali della classe al programma
del partito, coinvolgerli nella riflessione e confronto tra
rivoluzionari, guadagnarli alla nostra organizzazione e alla sua
democrazia, è parte integrante della costruzione del Partito Comunista
dei Lavoratori.
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