Quarta Internazionale
La voce del marxismo rivoluzionario al Social Forum dell'Europa centrale e orientale
5 Luglio 2016
Proponiamo la traduzione in italiano del resconto pubblicato su redmed riguardo il Social Forum dell'Europa centrale e orientale.Durante il Social Forum dell'Europa centrale e orientale, che si è tenuto a Breslavia (Polonia) tra l'11 e il 13 marzo, si è fatta sentire di nuovo la voce del marxismo in questa regione, dove sono stati al potere per quasi cinquant'anni degli stati operai burocratizzati. Ma questa volta il marxismo non è stato rappresentato dallo stalinismo, bensì dal marxismo rivoluzionario.
A Breslavia, la quarta più grande città polacca,
il forum è incominciato con l'evento d'apertura dell'11 marzo.
Insieme ai paesi centro-orientali come Polonia, Russia, Bielorussia,
Ucraina, Germania, Repubblica Ceca e Ungheria, sono stati
rappresentati vari paesi balcanici, Hong Kong, gli Usa e persino il
Camerun . Anche il Partito dei Lavoratori Rivoluzionari (DIP) e il
nostro partito fratello, l'EEK (il Partito Rivoluzionario dei
Lavoratori), sezione greca del CRQI (Il Coordinamento per la
Rifondazione della Quarta Internazionale), erano fra i partecipanti.
L'incontro inaugurale
All'incontro inaugurale l'economista marxista
franco-egiziano Samir Amin, direttore del “Third World Forum”, ha
tenuto il primo intervento via Skype. Ha discusso dell'importanza
della lotta dei movimenti sociali. Dopo Amin, Kontantina Kouneva,
parlamentare europea, ha preso la parola. Anii fa, Kuneva è stata
attaccata da un assalito diretto dai padroni mentre stava
organizzando la sindacalizzazione degli addetti alle pulizie in
Grecia, dove lavorava come rifugiata bulgara. Ha indicato come le
rivoluzioni arabe stessero rifluendo a casa dell'intervento
imperialista, e di come l'UE attraversi una profonda crisi. Ha
sottolineato poi come l'UE sia su un terreno scivoloso per quanto
riguarda la cosiddetta “Brexit” e la sospensione di fatto di
Schengen. Secondo Kouneva, si è stabilito su tutta l'UE un
“equilibrio del terrore” con l'ascesa del fascismo e di politiche
di destra da una parte, e l'ascesa della sinistra dall'altra.
Mazin Qumsiyeh, scienziato palestinese e direttore
del Museo di Storia Naturale della Palestina, ha parlato via Skype,
dal momento che lo Stato polacco gli ha negato il visto. Ha descritto
le sfide che il popolo palestinese ha affrontato sin dalla Nakba. Ha
affermato che il sionismo sia destinato alla sconfitto, come successo
al nazismo e all'apartheid, perché contrario alla natura umana.
Ponendo l'enfasi sull'importanza della comunità internazionale nella
lotta contro il sionismo, ha invitato tutti i partecipanti a unirsi
al Movimento BDS (Boicotta, Disinvesti, Sanziona): il DIP (Partito
Rivoluzionario dei Lavoratori) partecipa attivamente nel BDS turco.
Michael Collon, giornalista e scrittore belga, ha
affermato che le tesi del “nuovo ordine mondiale” e della “fine
della storia” sono collassate, e che le guerre imperialiste di oggi
si presentano come proxy wars [guerre per interposta persona].
L'ultimo oratore è stato un rappresentante dell'ANAC (American
National Anti-War Coalition) [Coalizione Nazionale Americana contro
la Guerra]. Ha affermato che gli USA si trovano alla radice di ogni
problema della regione, dalla crisi economica alla crisi dei
profughi, e che la loro organizzazione stia combattendo contro tutte
le guerre che gli USA conducono. Dopo il concerto ad opera di un
partecipante bulgaro, la prima giornata del forum è terminata.
Durante
i due giorni seguenti si sono tenute numerose sessioni plenarie e
seminari su svariati temi. Tra i temi discussi ci sono stati la
militarizzazione dell'Europa centro-orientale, il ruolo della NATO,
la crescita del nazionalismo e del fascismo nella regione,
l'interazione del femminismo con altre lotte sociali, le conseguenze
negative del collasso degli stati operai burocratizzati, la
periferizzazione dell'Europa orientale, le lotte dei lavoratori,
sindacali e dei movimenti sociali, la reazione dell'Europa
orientale all'influsso dei rifugiati/immigrati, così come le lotte
imminenti e la questione del programma politico. Lo scopo delle
sessioni era sollevare coscienza politica in Europa orientale e sul
programma della Federazione Balcanica.
Il culmine della prima sessione, dedicata alle
politiche volte alla sottomissione dell'Europa orientale all'UE e
alla NATO, è stato il discorso sul Massacro di Odessa. In questo
orrendo macello accaduto il 2 maggio 2014, circa due mesi dopo i
fatti di Maidan, dei fascisti hanno ucciso 44 militanti di sinistra
dando fuoco alla casa del sindacato a Odessa, in Ucraina. Questo
massacro è stato un emblema dell'emergere della reazione e del
fascismo in Europa orientale. Regimi oppressivi, proprio come quello
che l'AKP sta cercando di stabilire in Turchia, si sono consolidati
in Ungheria e in Polonia. Oltre a JobbiK, il partito dichiaratamente
nazista secondo alle recenti elezioni ungheresi, nei giorni di
svolgimento del forum un partito filo-nazista in Slovacchia ha
ottenuto circa il 10% dei voti.
In ogni caso, il progetto imperialista di
conquista dell'Europa orientale fronteggia profonde contraddizioni.
L'espressione più chiara di ciò è il fatto che lo sforzo dell'UE
per accaparrarsi l'Ucraina ha portato a una guerra civile in quel
paese. Le due “repubbliche popolai” proclamate a Donetsk e
Lugansk sono state tra i temi più dibattuti nel dettaglio durante la
sessione. Yuri Shanin ha partecipato via Skype dall'Ucraina nella
sessione riguardante l'espansione dell'UE e della NATO.
Il collasso degli Stati operai
burocratizzati
Una
delle sessioni più produttive del forum è stata quella riguardo il
collasso degli stati operai burocratizzati i quali hanno dominato per
più di quarant'anni l'Europa orientale e i Balcani, e riguardo le
conseguenze del loro collasso. Molte degli interventi di questa
sessione sono stati eccezionali. Oltre ai due oratori polacchi,
oratori dall'Ungheria, dalla Slovenia, dalla Bielorussia e dalla
Bulgaria hanno illustrato il processo nei rispettivi paesi nel
dettaglio.
È
utile riportare alcuni dei punti in comune di questi interventi.
Tutti gli oratori, al contrario di ciò che sostengono la borghesia e
i rinnegati ex-stalinisti, hanno affermato che durante il periodo
degli stati operai burocratizzati l'infrastruttura industriale si è
rafforzata e, ancor più importante, che quel periodo fosse
inequivocabilmente superiore alla situazione attuale per quanto
riguarda i diritti sociali. Hanno spiegato come la povertà sia in
aumento in seno alla classe operaia e alle classi sfruttate, così
come la disoccupazione in questi paesi, dai quali era sparita per
mezzo secolo; le ineguaglianze e altri mali del capitalismo sono
emersi dopo il collasso degli stati operai burocratizzati.
In
ogni caso, i discorsi hanno registrato una mancanza notevole. La
degenerazione burocratica degli Stati operai, che ha portato alla
restaurazione del capitalismo e alla ricostituzione della classe
capitalista da parte della burocrazia, non è stata affrontata dai
relatori. Questa è una delle ragioni per cui un dialogo tra il
marxismo rivoluzionario e gli intellettuali di queste società è di
importanza vitale.
La lotta per l'emancipazione delle donne
Parallelamente alla sezione sul collasso degli
Stati operai burocratizzati, si è tenuta una sessione
sull'interazione del femminismo con altre lotte sociale. Oltre agli
oratori dalla Tunisia, dalla Polonia e dalla Bielorussia, la nostra
compagna Armagan ha tenuto un discorso in nome del Partito
Rivoluzionario dei Lavoratori [Turchia]. La nostra compagna,
riferendosi alla lotta delle donne in Turchia e in Kurdistan, ha
illustrato le necessarie forme di lotta e ha denunciato l'assalto al
lavoro femminile, illustrando come la nuova legislazione relativa ai
contratti occasionali e alla maternità rendono il lavoro femminile
più flessibile e precario. Ha descritto le politiche sessiste e
oppressive del governo AKP sulla vita e sui corpi delle donne, e ha
trattato la lotta che sta montando contro queste politiche. La
compagna ha spigato che la guerra non è una semplice minaccia contro
le vite delle donne: le donne hanno sempre pagato il prezzo più alto
nel corso della guerra. Ha sottolineato l'orrenda diffusione della
violenza contro le donne, e l'importanza della costituzione di
organizzazioni di autodifesa. Ha aggiunto che la collera delle donne
contro tutte queste aggressioni si è manifestata nella rivolta
popolare in seguito a “Gezi Park” e alla lotta delle donne kurde.
La compagna ha affermato che l'emancipazione contro il capitalismo a
dominazione maschile e contro la barbarie prodotta dai governi
reazionari del Medio Oriente può essere ottenuta solo sotto la
direzione delle donne proletarie. La sessione di dibattito seguente
si è concentrata sul discorso della nostra compagna: quasi tutte le
domande sono state indirizzate a lei. Dunque, su suggerimento degli
altri oratori, la compagna ha tenuto un secondo discorso di quindici
minuti per rispondere alle questione e per presentare così nel
dettaglio la sua prospettiva.
Emancipazione con i rifugiati, non dai
rifugiati!
Una delle due sessioni parallele della mattina
dell'ultimo giorno del Social Forum verteva sulla lotta antifascista
e antirazzista nel contesto della questione dei rifugiati. In questa
sessione, l'ungherese Matyas Benyik si è concentrato sull'ascesa del
partito apertamente nazista Jobbik, e sulla minaccia che queste
condizioni politiche costituiscono per i rifugiati. La slovacca
Tatyana Ondzikowa ha fatto notare come il governo della Slovacchia
sia ostile verso i rifugiati e abbia accettato solo quattro domande
d'asilo. Ha detto che lei e la sua organizzazioni stavano conducendo
attività solidali coi rifugiati, dal sostegno psicologico a campagne
di raccolta fondi. Hermann Dworczak, dall'Austria, ha attirato
l'attenzione verso l'ascesa dei partiti fascisti in Europa,
affermando anche la necessità di campagne di solidarietà con i
rifugiati. Ha affermato che in Austria è stata organizzata una
dimostrazione di sessantamila persone in solidarietà ai rifugiati.
Ha rimarcato poi il bisogno di un'iniziativa comune in tutta Europa,
suggerendo la possibilità di una conferenza sulla questione dei
rifugiati.
L'ultima oratrice della sessione di questa
sessione è stata Armagan, del DIP turco: ha sottolineato la sua
provenienza da un paese dove 800 persone sono morte nel giro di un
anno mentre tentavano di lasciarlo per sbarcare in Grecia. Ha
spiegato che proprio questa è la tragedia della società
capitalista. Ha descritto l'impatto della guerra civile siriana
sull'attuale crisi dei rifugiati e sull'abominevole ruolo giocato dal
governo AKP e da Erdogan in questa guerra. Ha dichiarato che i
rifgiati siriani stanno vivendo e lavorando in condizioni atroci in
Turchia, e che questo li ha portati a tentare ogni possibile via per
raggiungere l'Europa. Ha spiegato come l'AKP stia usando gli oltre
due milioni di rifugiati in Turchia per ricattare l'UE, e di come il
destino di milioni di persone venga usato come un asso da giocare
nelle trattative segrete tra gli imperialismi dell'UE e l'AKP.
La nostra compagna ha indicato la necessità di
connettere le rivendicazioni immediate dei rifugiati, la lotta
antifascista e antirazzista con la lotta per il socialismo: fino a
che il capitalismo imperialista sussiste, non c'è soluzione reale
alla crisi dei rifugiati. Ha concluso dicendo che solo il trionfo
mondiale del socialismo risolverebbe il problema, e che quando verrà
questo giorno, i popoli viaggeranno non per necessità ma per
esplorare nuove e diverse culture di un mondo senza guerre, senza
sfruttamento, senza confini e senza classi.
Dibattito sulla prospettiva futura
In generale, diverse sessioni parallele si sono
tenute contemporaneamente. Ci sono state unicamente due sessioni
plenarie a fine giornata, una il sabato un'altra la domenica. La
seconda è stata opportunamente dedicata alla strategia della lotta.
Ma il tema non è stato affrontato globalmente così come meritava.
La discussione cruciale ha avuto luogo alla
sessione plenaria di sabato: la prospettiva per il futuro è stata
discussa in questa sessione. La caratteristica principale di questa
sessione è consistita nel non limitarsi all'Europa orientale,
nell'estendersi all'Europa occidentale, al Mediterraneo, al Medio
Oriente e persino all'Africa, con una ricca prospettiva
internazionalista.
Il primo oratore di questa sessione è stato
Matyas Benyik, dall'Ungheria: ha descritto la pericolosa situazione
politica nel suo paese; nel contesto delle elezioni generali del
2014,. Benard Founou, che ha parlato in nome del “Forum del Terzo
Mondo”, fondato dal celebre economista marxista franco-egiziano
Samir Amin, ha illustrato l'importanza dell'anti-imperialismo
spiegando come l'Africa sia stata forzata a utilizzare tecnologie e
prodotti obsoleti sotto la pressione del sistema mondiale. Jan
Mayicek dalla Repubblica Ceca ha parlato delle attività del Comitato
Anti-TTIP, che si estende in tutta Europa. TTIP è la sigla del
trattato di libero scambio e di investimenti in corso di adozione tra
le due potenze imperialiste, USA e Ue, giustificato con la retorica
degli “interessi nazionali”. Le attività di successo del
Comitato Anti-TTIP stanno contribuendo alla creazione di
un'opposizione notevole all'accordo tra le masse europee. Thomas
Maier del movimento BDS ha parlato a proposito delle attività per la
liberazione del popolo palestinese.
Uno degli oratori più impressionanti della
sessione è stato il segretario generale dell'EEK, il nostro partito
fratello in Grecia. Nel suo coinvolgente discorso, costantemente
interrotto da applausi, ha mostrato come le contraddizioni del
capitalismo mondiale mettono in connessione le sorti di diverse
regioni. Ha indicato come il vasto flusso di immigrati/rifugiati,
causato dalle guerre (in primis quella siriana, ma anche quelle in
Afghanistan, Iraq, Libia) provocate dall'imperialismo, abbia creato
una situazione in cui gli eventi in Europa e nel Medio Oriente si
sono condizionati a vicenda. Ha affermato che la tensione tra il
blocco USA-UE e la Federazione Russa ha creato una faglia da nord a
sud. Ha esposto alcuni dei problemi che contrappongono i due blocchi.
Questi problemi vanno dalla consolidazione dell'imperialismo nel Mar
Baltico alla concessione del Mare Egeo alla NATO con la scusante del
controllo del flusso di rifugiati, al coinvolgimento della Russia
nella guerra civile siriana. Matsas ha affermato che l'UE è
sull'orlo del collasso, sotto la pressione delle sue contraddizioni;
ha concluso il suo discorso con una citazione della grande
rivoluzionaria polacca Rosa Luxemburg dicendo che l'unica possibile
soluzione è il socialismo internazionalista, che l'unica alternativa
è la barbarie.
L'ultimo oratore di questa sessione è stato
Sungur Savran del DIP di Turchia. Ha cominciato il suo discorso
invitando il pubblico a mostrare solidarietà al popolo kurdo contro
il giro di vite al quale è sottoposto come risultato della propria
lottà per la libertà. L'applauso che ha ricevuto dalla sala
strapiena è stato l'espressione della solidarietà dei presenti
verso il popolo kurdo. Nel suo discorso, il nostro compagno ha
affermato che il capitalismo sta trascinando l'umanità in una guerra
mondiale tramite le crisi economiche e le tendenze barbariche in
tutto il mondo (seppure in varie forme), entrambi forme del
capitalismo stesso. Ha sottolineato che il pacifismo non può essere
la soluzione e che l'unica via per resistere alla tendenza versa una
guerra mondiale sarebbe lo scoppio di una guerra di classe e
rivoluzionaria. Il nostro compagno ha altresì reso omaggio alle
numerose rivolte polacche (1956, 1968, 1970, 1979-81) contro la
burocrazia stalinista durante il periodo degli Stati operai
burocratizzati, così come ha evocato la più importante
rivoluzionaria del ventesimo secolo, Rosa Luxembrurg. Ha infine detto
che il socialismo, in opposizione alla barbarie odierna, potrà
essere costruito sulla base dell'onda rivoluzionaria partita nel
2011, e che la maggiore colpa ricade sul movimento socialista,
completamente confuso sulla questione della costruzione di una
avanguardia rivoluzionaria. Ha concluso il suo discorso con un
appello alla costruzione di partiti rivoluzionari in tutti i paesi e
di un'Internazionale per unire tutti questi partiti.
Diffondere l'internazionalismo nell'Europa
orientale
Il Forum Sociale dell'Europa Centrale ed Orientale
non è stato un circolo per le chiacchiere tra marxisti
rivoluzionari. Questo è evento è stato importante come occasione
per l'incontro con forze e con individui coi quali potranno essere
portate avanti attività internazionali. Una grande bandiera RedMed
ed una bandiera del DIP sono state la prima cosa che i partecipanti
potevano osservare nella sala. I militanti del DIP, insieme a quelli
dell'EEK, hanno presentato nel loro stand comune le loro
pubblicazioni. Inoltre, erano disponibili anche l'ultimo numero del
giornale Gerçek (“la Verità”), diversi numeri della nostra
rivista teorica Devrimci Marksizm (“Marxismo Rivoluzionario”),
alcuni volantini del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori.
Inizialmente è stato adottato un appello del Congresso Straordinario
del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori rivolto alle forze
internazionali di sinistra, per trasformare la guerra mondiale
incombente in una guerra rivoluzionaria di classe. Il secondo appello
riguardava la crisi dei profughi. Mentre questi primi due erano
formulati in inglese, la terza dichiarazione era sia in turco sia in
kurdo: si concentrava sulla guerra contro il popolo kurdo e sulla
situazione politica in Kurdistan. Questo scritto bilingue ha attratto
l'attenzione di molti dei partecipanti, anche se molti di loro non
parlavano né il turco né il kurdo. Alcuni di questi partecipanti
erano rimasti molto impressionati dal nostro volantino bilingue e
hanno deciso di portarselo in patria per mostrarlo ad amici e
compagni. Erano presenti presso il nostro banchetto anche le
risoluzioni della Terza Conferenza Euro-Mediterranea del luglio 2015,
tenutasi ad Atene. Questa brochure è stata particolarmente
apprezzata dai partecipanti provenienti dai paesi dei Balcani.
Nella manifestazione organizzata durante il
secondo giorno del Forum, l'EEK e il DIP hanno partecipato sotto la
bandiera di RedMed.
Dichiarazione finale
Il Forum Sociale dell'Europa Centrale ed Orientale
è stato un evento organizzato da una manciata di persone (Ewa
Groszewska, Monika Karbowska, Piotr Lewandonski e Naila Wardi, prima
di tutto) con assoluta abnegazione. Ogni aspetto dell'iniziativa
mostrava il segno di grandi capacità organizzative. I compagni che
hanno affrontato questa coraggiosa impresa meritano i più sinceri
complimenti.
L'evento è stato un inizio molto importante per
stabilire contatti a livello di Europa centro-orientale e dei
Balcani. Varie idee sono circolate al termine del Forum su come
procedere in futuro. Ma una cosa è certo: questo lavoro deve essere
assolutamente portato avanti.
RedMed
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