Blog della sezione di Massa Carrara del Partito Comunista dei Lavoratori

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mercoledì 21 dicembre 2011

I COMUNISTI ITALIANI NEI GULAG DI STALIN

Palmiro Togliatti, braccio destro di Stalin

Per molto tempo argomenti "spinosi" come quello delle vittime
comuniste dello stalinismo è stato rimosso, cancellato. In questo
quadro fatto di complicità e omissioni il PCI e altre organizzazioni
operaie hanno svolto un ruolo accondiscendente o passivo alle menzogne
fabbricate da Mosca. E' giunto il momento di ricordare alcuni , la
lista sarebbe lunghissima, di questi compagni e riflettere sul perchè
nel paese della rivoluzione operaia siano potute accadere simili cose...

Tanti degli italiani che tra gli anni venti e trenta del secolo scorso
si rifugiarno in Urss fecero tale scelta per le loro idee politiche o
perchè ricercati per "reati "politici dal regime fascista.
Reduci dalle galere fasciste erano per esempio: Angela Iuren, Natale
Premoli e Giuseppe Venini solo per fare alcuni , dei molti ahimè,
nomi di comunisti che finiranno la loro vita nei gulag di Stalin o
fucilati.

Angela Juren. Deportata in Kazachstan dopo essere arrestata a Kerc nel
1938. Nata a Trieste nel 1904, faceva la sarta e nel 1923 si era
iscritta al Partito Comunista D'Italia. Per due anni tra il 1927 e
1929 era stata rinchiusa nel carcere di Viterbo condannata dal regime
fascista per attività comunista. Emigrata in Urss fu subito arrestata
naturalmente con l'accusa di attività controrivoluzionaria.

Natale Premoli. Nato a Milano nel 1906 giovanissimo si era iscritto
alla FGCI . Nel 1925 viene arrestato dai fascisti per attività
comunista, scontata la pena viene espatriato in Francia. Dalla fine
degli anni 20 ai primi anni 30 svogle numerose missioni politiche per
il movimento comunista- rientrando clandestinamente in Italia- e viene
nuovamente arrestato. Nella prima metà degli anni trenta riesce a
raggiungere l'URSS. Nel 1938 viene arrestato a Mosca per attività
spionistica, morirà nel novembre dello stesso anno nel lager di
Ustvymskij. Sorte simili a quello di Natale toccò al compagno Giuseppe
Venini anch'egli arrestato nel 1939 nel paese di Stalin e fucilato
dopo pochi mesi con l'accusa di trotskismo sovversivo. Ovviamente il
pericoloso anticomunista di Venini aveva passato , circa 10 anni
prima, 5 anni nelle prigioni fasciste con l'accusa di attività
comunista .

Futuro macabra toccò anche a Ernani Civillari e Lino Manservigi. I
due, ad esempio, avevano partecipato attivamente alle occupazioni
delle fabriche a Torino nel 1920. Colpiti dal mandato di cattura il
PCI decise di inviarli a Mosca come delegati del III congresso
dell'Internazionale Comunista. Si stalbilirono in Urss e 17 anni dopo
furono deportati e fucilati, per Stalin erano dei pericolosi
fascisti, trotskisti...

Vittori Penco. Operaio di orgine triestina membro della FGCI e poi del
PCI. Vittorio emigrò nella Russia Sovietica nel 1928 per sottrarsi a
due processi fascisti pendenti su di lui. Nel 1940 , dodici anni dopo
il suo arrivo in Urss, viene arrestato e condannato ad 8 anni nel
gulag di Uchto- Izemsk, ma la sua pena sarà nuovamente inasprita con
la classica accusa di "deviazione trotskista". Uscirà, uno dei pochi,
nel 1949 e in seguito nella prima metà degli anni 50 rientrerà in
Italia chiduendosi in un assoluto mutismo.

Edmondo Peluso Nato a Napoli il 12 febbraio del 1882, sin da
giovanissimo aderì al movimento internazionalista e socialista.
Renitente di leva , per il suo pacifismo, fu costretto a ripiegare
all'estero. Sostenne nel 1915 il movimento zimmervaldiano (
raggruppamento internazionalista guidato da Lenin e Trotsky per la
costituzione di una nuovo movimento e una nuova internazionale dopo il
tradimento della II internazionale). Nel 1921 aderì al PCI, buon
pubblicista ( lo stesso Lenin ne apprezzò le doti) collaborò in
partricolar modo con l" ordine nuovo " di Gramsci e " L'Unità" di cui
divenne anche direttore.
Durante il fascismo, come a molti altri dirigenti del PCI, viene dato
l'ordine di espatriare dall'Italia. Sfogliando il fasciscolo di Peluso
presso l'archivio di stato a Roma si legge:"impiegato presso l'ufficio
di propaganda del Kremlino", nel 1930 il regime fascista si allarma
Peluso ha scritto un testo nella stampa comunista tedesca sul
penitenziario di Santo Stefano in difesa di Gramsci e Terracini.
Nella seconda metà degli anni 30 emigra in Urss e nel 1940 e viene
arrestato, da li in poi di lui -come di molti- spariscono le tracce...

Di italiani rinchiusi e periti nei gulag ve sono tanti altri basti
ricordare ; Luigi Calligarsi, Francesco Ghezzi, Otello Gaggi e il
famoso Dante Corneli. Ricordarli qui tutti sarebbe un lavoro immenso.
Credo sia giusto dare anche respiro storiografico - ad un altra
esperienza altrettanto tragica- alle compagne vittime dello stalinismo
e , soprattutto, mostrare le condizioni di vita all'interno dei campi
lager di Stalin.
Sulle condizioni di vita del genere femminile esistono straordinarie
testimonianze di donne sopravvisute alle dure pene inflitte dal regime
di Stalin. Opere fondamentali come quelle di : Olga Adamova Slizberg,
Marghert Buber- Neumann, Nina Gagen Torn, Evgenija Ginzburg, Ekaterina
Olitskaija ecc Questi testi dipingono con una cruda realtà la vita che
le donne conducevano all'interno dei campi di prigionia...
Naturalmente la carcerazione femminile seguiva lo stesso processi di
quella maschile : attività controrivoluzionaria, spionistiche e
trotskismo. La vita nel campo , per il genere femminile, è molto più
dura. Ad esempio nel campo lager di Solovki a gestire il "settore"
femminile è una tale Olga Ivanova Sirodova famosa per la sua
irrascibilità e per la gestione di una fitta rete, all'interno del
campo, di prostituzione a cui è difficile sfuggire anche quando il
corpo è sfiorito.1 La stalinista Olga non si accontenta di ciò, ma
quando l'OGUP autorizza l'affitto dei prigionieri sul continente lei
organizza un traffico di schiave per il Medio Oriente. IL concubinato
è il solo modo per sfugire ad Olga. Le detenute che invece non si
concedono alle guardie vengono destinate ai lavori più pesanti,
drogate e malmenate finchè non cedono ai loro aguzzini. Altro esempi
per descrivere in che modo e in che dignità da comunista Stalin
utilizzase le sue prigioni riguarda l'assenza di igiene e di cure
mediche. Secondo le statistiche la sifilide ha fatto dei danni enormi
tra le più giovani e non vi era alcun modo per curarle. Quando
rimanevi incinta eri costretta ad abortire, alle isole Solovki i
responsabili del campo non si potevano permettere il lusso di
manetenere future madri...

In questo contesto fatto di violenze , torture e umiliazione per il
genere femminile vogliamo ricordare alcune persone, compagne come .
Olga Diner, Angela Juren ( vedi sopra), Paola Zingarelli, Nadia
Lachtina, Lidia Pankratova. Queste sono solo alcune delle donne
italiane o che avevano sposato un italiano ad essere trucidate da
Stalin.

Oggi , per citare Togliatti, "nessuno può mettere indubbio" le falsità
le accuse con cui i capi della rivoluzione e del comunismo mondiale
furono eliminati. Lo stalinismo non era un giudice di un tribunale
operaio, ma un usurpatore dell'opera socialista. Un potere la cui
fonte non era più la volontà del proletariato, ma l'onnipotenza di un
apparato degenerato formatosi sotto la direzione di Stalin.
La crisi del marxismo, di cui tanto si parla, è soprattutto una crisi
di verità. Oggi ancora il vero nodo storico è liberarsi dallo
stalinismo nella prassi e nella teoria.

E.Gemmo D.N. PCL

1 Brodoskij Le Isole del Martirio

Testi consultati.
E. Dundovich F.Gori Italini nei Lager di Stalin
A. Leonetti Le Vittime Italiane dello stalinismo in Urss
R. Duguet Un bagne en Russie Ruge
Stettner Archipel Gulag: Stalinism Zwangslager
O. Volkov Le tenebres
B. Cederholm Dans les prisons de l'Urss 1924-26
J.J Rossi Le manual de Gulagh
D. Lichacev La mia Russia
G. Herling Un mondo a parte
P. Robotti La Prova
O. Chlevenijuk The History of Gulag
Salamov I Racconti di Koylma
Ragspi
Ginzburg Viaggio nella vertigine
E.Gemmo D.N. PCL
E.Gemmo D.N. PCL
Pubblicato da Trotskismo a 09:19

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